Rosanna Crocini interviene sulla chiusura del centro di accoglienza di Vicofaro a Pistoia, denunciando l'abbandono istituzionale e l’ipocrisia politica.
“La fine dell’esperienza di Vicofaro ci lascia davvero l’amaro in bocca”. A parlare è Rosanna Crocini, attivista di lungo corso e presidente di associazioni civiche impegnate nella difesa dei beni comuni e dei diritti fondamentali. Con una nota inviata alla nostra redazione, Crocini prende posizione sulla chiusura definitiva del centro di accoglienza gestito da Don Massimo Biancalani nella parrocchia di Vicofaro.
Un’esperienza durata oltre dieci anni, durante i quali “volontari e lo stesso Don Biancalani hanno più volte chiesto aiuto, inascoltati, alle istituzioni politiche e religiose”. Secondo Crocini e le realtà civiche che rappresenta, la scelta di chiudere la struttura è il risultato di un clima politico sempre più ostile all’accoglienza, alimentato – scrive – da “una certa politica che ha costruito le sue fortune elettorali su odio e razzismo”.
Le critiche si estendono anche a parte della cittadinanza, accusata di non aver mai sostenuto concretamente l’azione del parroco, pur dichiarandosi cattolica. “Mai un aiuto a chi ha dato forma concreta agli insegnamenti evangelici”, si legge nel comunicato, che non risparmia neppure la Chiesa, accusata di “piegarsi alla logica finanziaria” e di ignorare l’appello all’accoglienza lanciato da Papa Francesco.
Dura anche la posizione verso il Comune di Pistoia: “Dopo anni di silenzio, improvvisamente si trovano due milioni di euro e nuovi spazi per l’accoglienza, ma solo ora che Vicofaro è chiuso”.
Chi conosce Rosanna Crocini non si stupisce del suo intervento: da sempre lontana dalle logiche partitiche, ha anteposto in ogni battaglia sociale il bene dei più deboli. Comprendiamo il dolore e l’indignazione che oggi esprime: Vicofaro per lei, come per molti altri, non è stato solo un luogo, ma un simbolo.
Nel messaggio finale, l’attivista richiama l’esempio di chi continua a battersi per i diritti degli ultimi, da Lampedusa a Riace: “Chi ha partecipato all’esperienza di Vicofaro non si arrende. Avanti, troveremo altri sistemi per aiutare gli ultimi di questo mondo fatto di diseguaglianza e sfruttamento”.
Redazione