Pisicofarmaci ai minori: 0,96% contro 0,57% nazionale. Somministrazione in aumento, psicologi insufficienti. Dati che richiedono risposte, e l’Editore interviene.
🔴 Una sanità Toscana di "Sostanza"
Nota dell’Editore
«Resto esterrefatto. Non trovo un’altra parola.
Di fronte a questi numeri, la Toscana sembra una regione di "sostanza" nel senso più amaro del termine. Quasi il doppio dei minori (meglio non sapere quanti in età pediatrica e pre adoloscenziale) in trattamento farmacologico rispetto al dato nazionale: 0,96% contro 0,57%. È un allarme che non può essere ignorato.E allora mi domando: è questa la sanità che incensiamo? Quella che presentiamo come eccellenza, modello, fiore all’occhiello? Ma stiamo scherzando? Una sanità che non riesce a garantire percorsi psicologici tempestivi e va a compensare con la chimica?
Qui mi permetto anche un monito alla stessa Fondazione dell’Ordine: non basta parlare di “farmaco-centrismo”. Questi numeri dicono molto di più. Dicono che non abbiamo un organico adeguato nei servizi pubblici dell’infanzia, che le liste d’attesa non permettono percorsi seri, che il sistema — per carenze strutturali, non per convinzione clinica — finisce per rispondere al disagio con la ricetta medica e con il rassicurante “lo suggerisce il protocollo regionale”.
Parliamo di bambini, ragazzi che devono essere ascoltati, accompagnati, sostenuti. E invece vengono indirizzati verso una stabilizzazione farmacologica: la pasticchina che si cronicizzerà, come avverte anche la stessa Fondazione, perché il sistema non può offrire altro.
È gravissimo. È un fatto che dovrebbe scuotere la politica, la sanità e anche la comunità professionale.
Perché se continuiamo così, diciamolo senza ipocrisie: stiamo legalmente “sedando” i nostri giovani, non curandoli.E i danni, in questi casi, non sono solo possibili: sono sicuramente irreparabili.»
Andrea Vitali – © Pistoia.Valdinievole.News, riproduzione riservata – 20 novembre 2025