eugenio giani e alessandro tomasi

Il governatore rieletto con il 53,9%. Tomasi tiene la sfida: mai la destra aveva ottenuto tanto in Toscana. Nel Pd emerge Bernard Dika, volto di un rinnovamento atteso che parte da Pistoia.

PISTOIA – Alla fine, Eugenio Giani resta dov’è. La Toscana gli rinnova la fiducia con un 53,9%. Più che un plebiscito, una conferma da equilibristi.
La sinistra tiene, ma la certezza granitica di un tempo comincia a scricchiolare. E Pistoia, come spesso accade, resta la cerniera fra due Toscane: quella rossa che resiste – anche grazie al risultato di Biffoni – e quella che lentamente cambia colore.

Alessandro Tomasi ha perso, sì — ma  con una sconfitta sincera, combattuta fino all’ultimo con il tono asciutto di chi non cerca l’applauso ma la misura del proprio dovere. Campagna breve, mezzi contenuti, una coalizione non sempre allineata (con una Lega in evidente affanno, malgrado la strategia Vannacci). Eppure Tomasi ha saputo parlare a un elettorato trasversale, vincendo a Montecatini e Pescia, consolidando la montagna e sfiorando il successo nel capoluogo.

Il suo 40,9% non è solo un numero: è la percentuale più alta mai raggiunta dal centrodestra in Toscana alle regionali. Un risultato che, in una terra dove la vittoria del centrosinistra era data per scontata, ha fatto e farà tremare i polsi anche ai più sicuri tra i dirigenti democratici e getta le basi per una opposzione di livello.

Nel campo opposto, il Partito Democratico può però vantare un segnale di rinnovamento. L’elezione di Bernard Dika, già al fianco di Giani cinque anni fa e oggi forte di oltre 14.000 preferenze, segna l’arrivo di una nuova generazione politica toscana: giovane, ambiziosa e saldamente radicata nel territorio.

Nel confronto delle forze secondarie emerge invece lo sfaldamento del Movimento 5 Stelle, votato alla marginalità in Toscana: un tempo “alleato esterno” del centrosinistra, oggi ridotto a poche briciole di consenso.
Al contrario, Antonella Bundu e la sua Toscana Rossa registrano una prova dignitosa, soprattutto nei quartieri urbani e nei bastioni della sinistra critica — circa il 4,5% regionale, dato ben sopra le attese.

Il voto non rivoluziona certo la geografia del potere, ma ne riscrive i contorni. Giani conserva, Dika cresce, Tomasi rilancia.
E Pistoia, ancora una volta, osserva: consapevole che anche le sconfitte, quando sono sincere e coraggiose, possono cambiare il passo della storia.

Andrea Vitali – © Pistoia.Valdinievole.News, riproduzione riservata – 13 ottobre 2025




 

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