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Acli denuncia: forza lavoro anziana, pochi profili tecnici e digitali. Pampana: “Toscana davanti a una sfida complessa”. Braccesi: “Serve più stabilità”

 

Firenze / Pistoia, 30 ottobre 2025 – Nei prossimi cinque anni la Toscana avrà bisogno di oltre 200mila nuovi lavoratori, in gran parte per sostituire chi andrà in pensione. È quanto emerge dalla ricerca Iref per Acli Toscana, presentata ieri al Circolo Acli di Montemagno (Pistoia).

Lo studio fotografa una regione alle prese con le grandi transizioni del nostro tempo – digitale, ecologica e demografica – e con un mercato del lavoro che fatica a tenere il passo dei cambiamenti.

Secondo i dati, i settori con la maggiore domanda di lavoro saranno industria e public utilities (57.200 unità), servizi alla persona (55.700) e servizi alle imprese (41.500), seguiti da commercio, pubblica amministrazione e turismo. Le professioni più richieste restano tecnici e impiegati specializzati (36,2%), professioni commerciali e nei servizi (35,1%) e operai qualificati (20,6%).
Quasi la metà dei nuovi posti richiederà un diploma tecnico-professionale, mentre oltre un terzo sarà destinato a laureati o diplomati Its.

Il rapporto segnala anche un forte ricorso alla manodopera straniera (31,9%), la quota più alta d’Italia, e una persistente precarietà contrattuale: nel 2024 oltre la metà dei contratti toscani è risultata a tempo determinato, solo il 10% a tempo indeterminato.

Sul fronte delle competenze, più della metà delle posizioni digitali e green resta scoperta, mentre gli under 30 coprono appena un terzo dei profili richiesti. Il quadro demografico aggrava la situazione: entro il 2033 si prevede un rapporto di 170 lavoratori anziani ogni 100 giovani, con rischi di squilibrio generazionale in molti comparti.

“La Toscana è davanti a un bivio – spiega Elena Pampana, presidente di Acli Toscana –. Abbiamo bisogno di manodopera e, al tempo stesso, di competenze che oggi mancano: tecniche, digitali e ambientali. È il segno di una frattura tra sistema educativo, imprese e comunità che dobbiamo ricucire con un grande patto formativo.”

acli braccesi

Da Pistoia arriva un richiamo alla stabilità.
“La nostra provincia mostra una buona tenuta occupazionale con 49.841 avviamenti nel 2024, ma resta una precarietà diffusa legata alla bassa incidenza di contratti a tempo indeterminato – sottolinea Tommaso Braccesi, presidente delle Acli pistoiesi –.
Questo dato, unito al mismatch generazionale, indica la necessità di politiche attive mirate, capaci di promuovere occupazione stabile, inclusiva e qualificata, soprattutto in vista delle sfide legate alla transizione digitale ed ecologica e alla partecipazione dei giovani al mondo del lavoro.”

Redazione – © Pistoia.Valdinievole.News, riproduzione riservata – 31 ottobre 2025
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