Un primo lotto in via di conclusione, altri due partiti e già entrati nel vivo, il quarto e ultimo che sarà appaltato nelle prossime settimane. In sintesi, un percorso che si trova già a metà del proprio cammino. Si tratta del Tubone, il collettore fognario lungo oltre 24 chilometri, infrastruttura-chiave del cosiddetto Accordo del Cuoio che, aggirando il Padule partendo da nord e costeggiandolo lungo il lato est, convoglierà i reflui di tutta la Valdinievole, di Cerreto Guidi e di parte di Fucecchio verso il depuratore industriale di Aquarno a Santa Croce. A fare il punto sul maxi-intervento in corso sono stati nel corso di una conferenza stampa a Monsummano Terme la sindaca Simona De Caro e la collega di Larciano, Lisa Amidei, oltre che Acque SpA attraverso Giuseppe Sardu, Fabio Trolese e Roberto Cecchini, rispettivamente presidente, amministratore delegato e direttore della gestione operativa del gestore idrico. Il progetto, per ciascuno dei quattro lotti di intervento, sta procedendo secondo i programmi. Nel dettaglio, le attività del lotto Stabbia-Santa Croce sono in fase di completamento, con la prima condotta lunga circa 9 chilometri quasi del tutto posata. La novità principale è invece la partenza di altri due lotti, quelli di Baccane-Stabbia e Uggia-Baccane: per uno è in corso da alcuni mesi la realizzazione del collettore lato Stabbia, per l’altro è stata avviata la posa delle condotte da Castelmartini (nel comune di Larciano), con le prime attività che in precedenza avevano interessato il depuratore di Uggia. Quest’ultimo, come gli altri depuratori adesso in funzione lungo il tracciato, sarà trasformato in una stazione di sollevamento fognaria, che spingerà i reflui verso l’impianto di Santa Croce. Settimane importanti anche per il quarto lotto, per il quale sono in via di definizione gli atti per procedere alla gara di affidamento. L’intera infrastruttura del Tubone sarà realizzata in ghisa e avrà un diametro di 900 millimetri, per un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro. Una volta ultimato, il Tubone colletterà al depuratore di Santa Croce circa 6,2 milioni di metri cubi annui di reflui, che arriveranno a più di 9 milioni con la realizzazione degli altri importanti collettori tra Pescia e Uzzano e tra Chiesina Uzzanese e Ponte Buggianese fino a Pieve a Nievole. Infatti, all’interno dell’Accordo del Cuoio - il progetto di riorganizzazione degli schemi depurativi della Valdinievole e di parte del Basso Valdarno, che comporta un investimento complessivo da 143 milioni di euro - ricadono altri due macrolotti di lavori per la costruzione di ulteriori collettori fognari, per indirizzare i reflui della Valdinievole Ovest al depuratore intercomunale di Pieve a Nievole e poi fino al depuratore di Santa Croce grazie al Tubone. Anche qui le operazioni procedono spedite. Insieme all’operazione Tubone, i due macrolotti della Valdinievole Ovest consentiranno di raggiungere la piena copertura del servizio depurazione - rendendolo al contempo più efficiente - e di restituire in ambiente acque sempre più pulite per il Padule di Fucecchio.
Redazione
Confcommercio riaccende i riflettori sul Mercato dei Fiori: "più tempo passa senza una soluzione e
più aumenta il rischio per il territorio di perdere uno dei suoi punti nevralgici. Non possiamo perdere altro tempo prezioso".
È questo l’allarme lanciato dall’Associazione che, dopo meno di due mesi, torna nuovamente sull’argomento chiedendo alla Regione di reperire le risorse necessarie a mettere a norma l’immobile che, altrimenti, a partire dal 22 Giugno 2022 sarà dichiarato inagibile.
“Non possiamo perdere una delle realtà più identificative della tradizione e della vita locale dove trovano sede circa 600 operatori fra commercianti e produttori agricoli – dichiara Confcommercio-. Sarebbe drammatico per la città e per la sua economia. Ci rivolgiamo nuovamente anche all’Amministrazione Comunale, proprietaria per l’immobile: mancano soltanto tre mesi a Giugno, le imprese del Mercato e, in generale, quelle della città, non possono aspettare ancora per avere risposte.
Il mercato dei fiori è un bacino importante non solo per le aziende floricole di Pescia e dei comuni limitrofi, ma anche per tutte le attività fuori provincia, rappresentando una base logistica indispensabile per un gran numero di imprese esterne.
Siamo perplessi dal ritardo con cui fin dall’inizio è stata affrontata la questione dall’amministrazione
comunale e chiediamo con urgenza un intervento che, anche con l’aiuto della Regione, possa portare a una risoluzione diversa da quella temuta”.
Redazione
Su Instagram, TikTok o YouTube in questi mesi circolano video o reel che trattavano temi finanziari. Si va dalle definizioni di azione, obbligazione ed Etf ai modi per creare con i propri risparmi un fondo di accumulo o un piano pensionistico.
Grazie a questi video, divertenti e con esempi pratici, i giovani alfabetizzano i coetanei su questi temi.
In Italia su Youtube e Instagram possiamo citare la community di Io Investo, come anche il canale di Marcello Ascani, youtuber che, tra le altre cose, fa divulgazione finanziaria e spiega in prima persona come usa e investe i propri soldi. Sempre su Instagram, la startup Starting Finance è tra le pagine più seguite in Italia per l’educazione finanziaria.
Su TikTok troviamo Fintok, format di successo come dimostra il numero di visualizzazioni. I video con hashtag Fintok sono stati visti più di 900 milioni di volte, quelli relativi alla “personal finance” addirittura 5,5 miliardi di volte. Qui ad andare per la maggiore sono creator anglofoni come Humphrey Yang o David Poku, maestri nel trattare argomenti complessi con ironia e brillantezza.
Tutti questi divulgatori, a modo loro, tentano di alfabetizzare gli utenti a usare meglio il proprio denaro, sopperendo a una generalizzata mancanza di educazione finanziaria. Secondo l’Ocse, infatti, più della metà della popolazione europea non ha basi finanziarie. L’Italia è addirittura in coda alla classifica stilata nel 2020 da un rapporto della Banca d’Italia sull'alfabetizzazione finanziaria. Non può stupire quindi che per molti giovani utenti TikTok o Instagram siano le prime, e a volte uniche, fonti di istruzione in materia di denaro.
Ovviamente questi video sono un buon modo per approcciarsi ai temi finanziari, ma difficilmente si diventa esperti seguendoli. Inoltre, la popolarità di un influencer non è garanzia di affidabilità. Il consiglio degli esperti è sempre quello di verificare le informazioni che si ricevono e di approfondire i temi e le opportunità di investimento anche in altri modi. È poi necessario prestare attenzione a consigli potenzialmente rischiosi e non fidarsi di chi promette facili e rapidi guadagni. Solo per citare un dato, la piattaforma britannica Action Fraud nel 2019 ha ricevuto 356 segnalazioni di frodi su Instagram per il valore 3,5 milioni di euro, ai danni di utenti di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
In ogni caso è grazie ai social che molti giovani si sono avvicinati alla finanza. Come dimostrano i dati della società di investimento Hargreaves Lansdown il 46% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha investito nei primi sei mesi del 2021 e uno su cinque ha ricavato questo nuovo interesse da TikTok.
Altri fattori che hanno contribuito alla nascita di questi nuovi invesitori sono la popolarità acquisita dalle criptovalute, l’inflazione o le scarse prospettive di una pensione degna.
Anche la pandemia di Covid-d ha fatto la sua parte: il tempo passato dai ragazzi su internet è aumentato così come la popolarità di una piattaforma come TikTok e di conseguenza aiche i suoi contenuti informativi. La crescita si può vedere anche nei dati della piattaforma di trading online eToro che da gennaio a giugno 2021 ha accolto 4,6 milioni di nuovi utenti, arrivando a 25 milioni di registrazioni totali.
“Il fattore social sta muovendo intere generazioni che non stavano nemmeno prendendo in considerazione le opportunità che il mondo degli investimenti poteva offrire loro -afferma Emanuela Manor, responsabile per l’Italia di eToro-. Oggi migliaia di persone possono accedere a informazioni su prodotti e servizi che dieci anni fa potevano avere solo i trader delle grandi banche e ora invece sono a disposizione di chiunque abbia una connessione internet e un po’ di curiosità. Susannah Streeter, analista senior di investimenti e mercati di Hargreaves Lansdown, ha detto al Guardian di ritenere che “i social media e le app di trading abbiano davvero democratizzato l'intero processo di investimento".
I nuovi investitori sono tendenzialmente giovani e inesperti, conferma un sondaggio su 200.000 utenti della piattaforma e app di investimenti tedesca Trade Republic. Quasi la metà degli intervistati sono principianti che investono per la prima volta nei mercati dei capitali e circa il 70% ha meno di 35 anni. Questa nuova generazione di giovani investitori copre tutti i livelli di reddito e quasi il 30% dei chi è alle prime armi appartiene alla metà inferiore della distribuzione del reddito.
Una parte della responsabilità di questo cambiamento è da imputare ai siti di trading stessi. “Le piattaforme come eToro stanno cambiando significativamente le regole del mercato perché stanno abbassando la soglia per accedere ai mercati regolamentati” spiega ancora Manor . Poi c'è il social trading, una forma di investimento che permette agli utenti di osservare le mosse di esperti di trading - chiamati popular investors - e di seguire, se vogliono, le loro strategie di investimento. Il popular investor non mette solo a disposizione lo storico dei propri investimenti, ma dialoga e risponde alle domande di chi lo segue e copia.
Una finanza così accessibile e immediata potrebbe però esporre giovani e meno giovani a rischi maggiori? La risposta per ora è no ancora secondo i dati di Trade Republic. Più del 70% degli intervistati infatti contribuisce a lungo termine al proprio piano pensionistico, non di certo un investimento pericoloso. Gli utenti tendono poi a investire in modo diversificato: l'85% del patrimonio è destinato ad azioni ed Etf, mentre i derivati rappresentano solo il 2%.
Redazione
Per aiutare e affiancare il cittadino nel passaggio ai nuovi strumenti di identità digitale, l’amministrazione comunale di Pieve a Nievole ha predisposto uno sportello dedicato a questa opportunità presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp) del Comune.
“Il processo di digitalizzazione del nostro ente- sottolinea il sindaco Gilda Diolaiuti- è in corso da tempo e la pandemia ha accelerato molti passaggi che in ogni caso avremmo fatto. Ora, sperando di venire incontro alle esigenze di tutti, abbiamo realizzato uno sportello per lo Spid attivo ogni settimana. Si tratta di un ulteriore passo avanti nella modernizzazione dei rapporti fra ente e cittadino che procura risparmi di tempi per tutti e massima sicurezza per le varie parti interessate”.
La suddetta procedura verrà attuata in modalità assistita, per tutti i cittadini maggiorenni e in forma totalmente gratuita, ogni martedì, dalle ore 08.30 alle ore 12.30, su appuntamento, prenotabile fino da oggi al numero telefonico 0572-95631, che verrà concesso a partire dal 8 marzo prossimo.
La procedura richiede indicativamente una trentina di minuti, salvo eventuali problemi tecnici.
La documentazione necessaria per tale servizio è la seguente:
- Documento di identità rilasciato da ente italiano integro ed in corso di validità (carta d’identità, patente, passaporto);
- Tessera Sanitaria;
- Indirizzo e- mail che servirà come identificativo per ogni accesso
- Telefono cellulare (meglio smartphone, per poter scaricare l’applicazione “Lepida”).
Inoltre dovrà essere ideata una password con le seguenti caratteristiche:
- lunghezza minima di 8 caratteri e massima di 16 caratteri
- includere caratteri maiuscoli e minuscoli
- includere uno o più caratteri numerici
- includere almeno un carattere speciale (ad es. #, $, % ecc.)
- non deve contenere più di 2 caratteri consecutivi uguali
- non deve contenere informazioni non segrete riconducibili all’utente (ad esempio codice fiscale, patente auto, sigle documenti, date e via dicendo , nomi propri e annate.
La registrazione avviene con l’assistenza dell’operatore che raccoglie tutte le informazioni necessarie e le inserisce sul modulo di adesione; successivamente, controlla sui siti governativi la validità del documento di identità e della tessera sanitaria.
La procedura si conclude quando l’utente riceve una email per completare, in autonomia, la validazione dell’indirizzo di posta elettronica e del cellulare.
Da questo momento l’Identità digitale è valida e l’utente può utilizzarla su tutti i servizi abilitati all’accesso SPID.
E’ indispensabile che l’interessato si rechi personalmente presso l’ufficio preposto (riconoscimento “de visu”), ma per chi non utilizza gli strumenti digitali, si consiglia la presenza di un familiare o conoscente che abbia maggiore dimestichezza in merito.
Come è stato più volte detto, a Pieve a Nievole , dal 1° ottobre scorso, i cittadini possono scegliere tra il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), la Carta d'Identità elettronica (CIE), e la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) per utilizzare online e in qualsiasi momento i servizi pubblici.
Con l’uso di SPID, ad esempio, è possibile richiedere il proprio fascicolo previdenziale, iscriversi a un concorso pubblico, effettuare pagamenti verso la PA, prenotare una prestazione sanitaria, scaricare il Green Pass, iscriversi a una scuola o università.
Nei prossimi giorni l’amministrazione comunale realizzerà un video-tutorial che sarà disponibile on line all’indirizzo del comune di Pieve a Nievole e sulle pagine social più seguite.
Redazione
A seguito delle problematiche emerse per la stuttura del Mefit Mandara rinnova l'invito a fare un lavoro di squadra, i consiglieri comunali col commissario prefettizio e la dirigenza del Mefit, le associazioni di categoria, i consiglieri regionali di zona, nonché deputati e senatori, al fine di "scongiurare quella che sarebbe per l’economia del nostro territorio una sciagura senza precedenti, la mazzata finale per Pescia".
Nonostante l'apprezzamento nel vedere il coinvolgimento dei vari livelli istituzionali, nonché le proposte concrete avanzate, per esempio quella della nomina di un commissario ad acta, Mandara condanna, come afferma lui stesso: "le schermarglie tra le forze politiche degli ultimi giorni, che non servono a nulla e che non contribuiscono in alcun modo a risolvere i problemi del nostro mercato dei fiori. Così come non serve cercare i responsabili della scelta del nostro Comune di acquisire la struttura, anche perché la scelta è irreversibile".
Quello che è certo è che punta a risolvere i problemi chiedendo "alle forze politiche di valutare anche di proporre dei provvedimenti normativi ad hoc, quale potrebbe essere una legge speciale, soluzione da approfondire sotto il profilo tecnico. Solo ciò ci consentirebbe di avere più tempo per intervenire - afferma il consigliere - e quindi di superare il difficile ostacolo della normativa in materia di sicurezza sul lavoro che, allo stato attuale, non ammette deroghe rispetto alla scadenza di giugno, oltre la quale si rischia davvero la chiusura in difetto di interventi sulla struttura".
Infine Mandara suggerisce una riflessione unitaria sul futuro del Mefit: "appare evidente che la struttura messa in sicurezza non potrà avere unicamente l’attuale destinazione che non garantisce appieno lo sfruttamento delle sue potenzialità. La floricoltura ha ancora un peso importante per l’economia pesciatina, ma si dovrà comunque pensare a una vera e propria multifunzionalità della struttura, compreso sicuramente il suo utilizzo come centro logistico per la floricoltura e il vivaismo ma anche come centro per manifestazione fieristiche, mostre e manifestazioni sportive. Il tutto nel rispetto della sua principale destinazione principale, ovvero la commercializzazione dei fiori. Lavoriamo tutti in questa direzione per il bene dell’economia della nostra città".
Redazione
“Il sindaco ed il PD (stranamente compatti in vista delle elezioni 2024 o in preda alla nostalgia da mancate Feste De l'Unità) in un clima già da campagna elettorale, devono aver scambiato i circoli sul territorio lamporecchiano per sedi itineranti del Consiglio Comunale o comunque per luoghi istituzionali, solo che al posto della bandiera italiana e dello stemma del Comune ci sarà la bandiera del partito. Altrimenti non si spiega per quale motivo le risposte dovute ai lamporecchiani per il caos passi carrabili, che non le deve dare certo il PD, dato che rappresenta solo una parte del paese, si possano esplicitare, peraltro con notevole ritardo, con un simbolo alle spalle, insieme a segretari locali e provinciali a giro per circoli. Oltretutto, domandiamoci su cosa: sulle "scelte politiche", tradotto, le motivazioni (mai pervenute, ad oggi) del voto favorevole dell'ex consigliere provinciale Torrigiani sulla stangata in merito ai passi carrabili?”
E continua parlanti “Intanto il Consiglio Comunale, il vero luogo neutrale di "proprietà" di tutti i cittadini di qualsiasi colore politico, non viene convocato da dicembre 2021, siamo a marzo. Sono sicuro che tale questione, imbarazzante, sarebbe venuta (e verrà fuori) alla prossima convocazione. Perché il Sindaco non affronta tale assemblea e chiarisce in quel contesto il tutto (ma mica solo sulla questione dei passi carrabili)? Per quale motivo un cittadino lamporecchiano (non un tesserato PD, ammesso ne esistano ancora) dovrebbe partecipare ad una riunione politica organizzata nei circoli, per avere una risposta dal Sindaco su una questione di interesse generale di ordine amministrativo, non è dato sapersi. Sembra un tentativo di rattoppare una palese figuraccia politica che si somma alle tantissime altre inanellate da questa amministrazione, con la speranza del segretario locale di correre in soccorso di una Giunta al capolinea, in rotta di collisione con un iceberg di cui si intuisce solo la punta; una Giunta, un sindaco ed un partito democratico privi di idee, di una prospettiva, che non sanno più a che santi votarsi; un'amministrazione retta solo da un Consiglio Comunale che vota tutto senza indugio. Una Giunta ed un Sindaco da sfiduciare domani stesso. Ma con il voto di chi? Della Lega di Lamporecchio? Del centro destra? Del PCI? Pare solo a me fuori luogo oppure a Lamporecchio, nella città più rossa d'Italia (capirai che primato) è tutto regolare? Sarebbe consono si scegliessero luoghi istituzionali previsti dall'ordinamento, quali il Consiglio oppure si organizzassero incontri in contesti realmente pubblici, neutri, senza simboli e bandierine che a molti possono anche rimanere indigeste.
Perchè nessuno nella Giunta si è mai preso l'impegno di spiegare, per esempio, attraverso la pagina del sito ufficiale, attraverso i social istituzionali, la questione passi carrabili dando almeno una seppur flebile giustificazione di quel voto favorevole? Il tutto non ora, ma prima (quella delibera è vecchia di un anno), visto che mi pare che quando lo si vuole lo si faccia. Oltre al "danno" non è ammissibile sorbirsi anche la "beffa", politicamente parlando, delle risposte inevitabilmente di parte di una forza politica, quando starebbe al sindaco in quanto tale e come ex consigliere provinciale darle in un contesto istituzionale e non come tesserato PD Faccio una domanda che non è assolutamente ironica: ma per avere la risposta all'interrogazione in merito alla Variante SUAP di Varignano (ricorso al TAR, atti di Motivi Aggiunti primo e secondo, mancata risposta alla precedente, ecc) si deve venire al circolo?? Quale dei quattro incontri previsti? No perchè tengo a precisare che sono più di 60 giorni, dal 29 dicembre 2021, che è stata protocollata. Sono scaduti i termini da più di un mese ed incombe un gran silenzio. Lascio giudicare ai cittadini.
Alla base di tutto c'è il solito irricevibile atteggiamento della sinistra di ergersi a portatrice di interessi generali, a salvatore della patria, anche e soprattutto quando le mancanze politiche ed amministrative (come nel caso in ispecie e molte altre) sono le loro. Quantomeno si abbia il buon senso di scindere il partito dal Comune. Come al solito questa Giunta, questo Sindaco, inanellano l'ennesimo errore persino di comunicazione ed ogni volta che tentano maldestramente di rimediare alle macerie che lasciano ne commettono irrimediabilmente un altro ancora più grosso creando una voragine.” Redazione
Aperto a inizi gennaio con 14 posti letto ricavati attraverso interventi di isolamento prontamente eseguiti nel settinb B della Medicina Interna, il Setting Covid del presidio ospedaliero di Pescia, ha gestito 121 pazienti positivi al SARS COV 19 non solo della Valdinievole ma anche di altre zone.
Il reparto era già stato attivato nella seconda e nella terza ondata.
Spiega la dottoressa Grazia Panigada, direttore della Medicina Interna di Pescia e direttore dell'area aziendale medica: “la tipologia di questi pazienti è stata sicuramente molto diversa da quella delle precedenti ondate, molti di loro sono stati ricoverati per altre patologie e la positività al Covid 19 è risultata un reperto occasionale. In questi casi tutti gli esami e le terapie indicate dalla patologia di base sono state eseguite in modo appropriato nonostante il Covid. Un esempio: i pazienti con ictus cerebrale hanno ricevuto terapia trombolitica ed anche trattamenti endovascolari quando necessari, successivamente la monitorizzazione clinica è stata appropriata, la diagnostica completa e l’intervento del fisiatra e del fisioterapista tempestivo.
Per il trattamento della malattia da Sars Cov sono stati utilizzati, laddove indicato, i farmaci antivirali e le diverse molecole autorizzate di cui attualmente disponiamo”.
I pazienti deceduti, erano in gran parte anziani, alcuni anche molto anziani, non vaccinati o col ciclo non completato e affetti da numerose comorbilità.
Circa la metà dei pazienti è stato dimesso a domicilio, dimostrando l’efficacia dei trattamenti; 33 hanno invece potuto proseguire le loro cure in strutture intermedie in tutta l’azienda Toscana Centro, secondo un sistema a rete ben organizzato.
Il team Medico costituito da internisti ha preso in carico i pazienti per tutta la degenza con competenza e disponibilità. Il personale infermieristico e OSS coordinato dalla Sig.ra Stefania Ercolini ha svolto un lavoro davvero efficiente sia nella preparazione che nell’assistenza.
A differenza delle altre ondate oltre alla comunicazione attraverso videochiamate, in casi specifici è stato concesso l’accesso del familiare più prossimo per fornire un adeguato supporto ai pazienti più bisognosi e fragili non solo nel fine vita.
“Grazie all’attivazione dei posti letto Covid anche nel S.S. Cosma e Damiano – ha sottolineato la dottoressa Lucilla Di Renzo, direttore dell’ospedale- la nostra rete ospedaliera aziendale è stata potenziata per accogliere i pazienti con patologia da coronavirus e i trasferimenti fuori provincia non sono stati necessari. Il presidio, attraverso i suoi professionisti, ha quindi fornito un contributo notevole. Il calo dei ricoveri a cui si assiste in questi giorni ci ha permesso di di far tornare l’area medica alla normalità con l’obiettivo, anche per il presidio di Pescia, della progressiva e completa ripresa di tutte le attività. Durante il periodo di emergenza pandemica – ha precisato la dottoressa- gli ambulatori afferenti al dipartimento delle specialistiche mediche, il day service e la degenza medica hanno comunque mantenuto un alto livello di prestazioni continuando a garantire ai pazienti le cure necessarie”.
Redazione