andrea vitali

Un’indagine UE dà voce ai giovani: vogliono più democrazia, partecipazione digitale e investimenti sociali. Ma in Toscana, e ancor più nel nostro territorio, c’è qualcuno in ascolto?


Bruxelles, almeno sulla carta, ci prova. Tra l’11 e il 20 febbraio 2025, la Commissione Europea ha chiesto a quasi 26.000 giovani tra i 16 e i 30 anni cosa si aspettano dal futuro. Ne è nato il Flash Eurobarometro 556 e una relazione sulla gioventù che non lascia scuse: i giovani chiedono più partecipazione, più solidarietà, più investimenti su casa, lavoro, salute mentale. E – udite udite – anche più Europa.

Il 61% dei giovani europei crede nel futuro dell’UE, e il 60% pensa che l’Europa abbia un impatto positivo sulla società. Il 42% si informa sui social, ma il 34% teme la disinformazione. Chiedono alloggi accessibili (38%), sicurezza (31%) e politiche reali sulla qualità della vita. Hanno problemi concreti: un giovane su due si è sentito psicologicamente fragile nell’ultimo anno, mentre il 10% è senza lavoro. Altro che “bamboccioni”.

E da noi, in Valdinievole o sulla montagna pistoiese, chi li ascolta? Mentre Bruxelles lancia piattaforme digitali per farli partecipare ai processi decisionali, qui si stenta ancora a dare loro un punto giovani aperto, una consulta attiva, una politica culturale pensata per chi ha meno di 30 anni. I Comuni parlano spesso di giovani, ma quasi mai con i giovani. La politica locale – fatta ancora troppo spesso di foto coi nastri e passerelle elettorali – non sembra in grado di immaginare una società dove i giovani non siano solo destinatari di promesse, ma protagonisti del cambiamento.

Dal 27 al 28 marzo, a Bruxelles, si terrà un nuovo incontro europeo per decidere le prossime strategie giovanili post-2027. Da queste parti, invece, sarebbe già un miracolo avere una strategia che guardi almeno al 2026. E magari che parta dalle scuole, dai centri giovanili, dalla rete digitale e da quel bisogno di futuro che i ragazzi ci gridano in faccia ogni giorno, mentre la politica – locale – si ostina a non sentirli.

Andrea Vitali

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