Giovanni Bellantuono dona due opere al Mo.C.A.

La firma dell’artista si aggiunge all’ampio parterre di sostenitori della Galleria Civica Mo.C.A. Montecatini Contemporary Art.

La Galleria Civica Mo.C.A. Montecatini Contemporary Art accoglie in collezione due opere realizzate e donate da Giovanni Bellantuono, professionista marchigiano da 30 anni presente sulla scena contemporanea nazionale.

L’astrattismo geometrico di Bellantuono si forma e definisce a seguito di una lunga carriera artistica foriera di riconoscimenti; tra le occasioni di incontro con il pubblico si ricorda l’antologica ospitata al MAW di Sulmona (2014), la partecipazione alla temporanea ospitata al Museo Marino Marini di Pistoia (2018) e la più recente partecipazione a “Costellazioni”, organizzata dalla Fondazione Artepassante ed allestita alla stazione Dateo del passante di Milano nell’ambito della Milano Design Week (2023).

Le opere dell’artista sono lo specchio rivelatore della maturità raggiunta; i suoi lavori si distinguono, infatti, per il delicato equilibrio tra costruzione geometrica, elementi naturali ed espressioni culturali. L’ordine è il protagonista principale che consente agli elementi su tela di costruire scenografie di eccezionale potenza comunicativa; la schiettezza e la pulizia delle forme posizionate con un rigore d’ispirazione umanistica, alla maniera di Leon Battista Alberti, conducono all’assolutezza formale con illusionistici equilibri e fughe prospettiche.

Le opere sono dunque, a ragione, “progettate” sulla base di un senso geometrico che si fa simulacro della realtà: gli elementi scelti accuratamente, il trattamento maniacale delle superfici e i dosaggi di colore generano infatti oggetti ignoti che, in ritmica danza di presenze e assenze, creano scenografie prospettiche bilanciate. Il mix rigoroso di elementi su cromie estetiche ed estasianti testimonia quanto “l’uomo riesca a trovare dentro di sé la rotta nel disordine della vita contemporanea”; così una piuma, una bottiglia di Coca Cola, una foglia, un carattere tipografico diventano monito a ricordo di quanto la società abbia tentato, invano, di prevaricare la Natura.

In definitiva, le opere dell’artista prendono per mano lo spettatore e lo conducono metaforicamente in un dialogo sulla voracità del mondo contemporaneo, capace di fagocitare il singolo e la moltitudine; esse sono fantasia salvifica, sono cardine, faro nelle nebbie, elemento naturale unico ordinatore del chaos del “qui e ora”.

Redazione

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