ORT-Orchestra della Toscana

Sabato 6 aprile al Teatro Manzoni un concerto con tappa in numerose città e in programma due capisaldi del grande repertorio del primo Ottocento

Nell’ambito della Stagione Concertistica al Manzoni, curata da Daniele Giorgi e promossa da Teatri di Pistoia col sostegno di Fondazione Caript, gradito ritorno per l’ORT-Orchestra della Toscanasabato 6 aprile (ore 20.30) al Teatro Manzoni, in un concerto che farà tappa in numerose città toscane e che vede in programma due capisaldi del grande repertorio del primo Ottocento: il Concerto per violino e orchestra in mi minore op. 64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 di Ludwig van Beethoven.

Sul podio il torinese Umberto Clerici che, dopo una carriera di oltre 20 anni come violoncello solista e primo violoncello di orchestre prestigiose, ha consolidato i suoi importanti risultati artistici nel continente australiano con un rapido successo come direttore d’orchestra; molto richiesto da tutte le principali orchestre sinfoniche di Australia e Nuova Zelanda, è attualmente direttore principale della Queensland Symphony Orchestra. Al suo fianco, il violinista belga di origini russo-ucraine Marc Bouchkov, premiato in diversi concorsi internazionali e oggi protagonista di una luminosa carriera internazionale.

Capolavoro per violino e orchestra tra i più famosi di tutti i tempi, il Concerto in mi minore di Mendelssohn vide una stretta collaborazione tra autore e interprete, come la gran parte dei Concerti di epoca romantica: il violinista Ferdinand David, primo violino dell’Orchestra del Gewandhaus, carissimo amico di Mendelssohn e dedicatario dell’opera, durante la lunga gestazione del lavoro (1838-44) dette infatti più volte consigli al compositore per quanto riguardava la stesura della parte solistica, e ne fu poi il magistrale interprete nella prima esecuzione. Il Concerto deve la sua fortuna soprattutto all’affascinante invenzione tematica e al brillante rilievo della parte solistica, ma anche a proposte tematiche indimenticabili come quelle su cui è costruito il primo movimento, al lirismo commosso e fluente dell’Andante, nonché al virtuosismo aereo e fantastico del finale, che si compongono in un insieme di raro equilibrio.

Nella seconda parte del concerto, Umberto Clerici alla guida dell’ORT affronta la più breve e atipica delle composizioni sinfoniche di Beethoven: l’Ottava Sinfonia, ritorno inatteso ad una forma classica vicina a Haydn e Mozart dopo le novità affermate dalla Quinta, dalla Pastorale, dalla Settima; ma il ritorno all’antico non è un segno di stasi creativa, bensì un’ulteriore affermazione di umorismo e di vitalità capace di sorprendere e di giocare con le forme. Schumann, profondo conoscitore e ammiratore di Beethoven, scrisse: «Fra le Sinfonie beethoveniane quella in fa è la meno eseguita e ascoltata: perfino a Lipsia, dove tutte sono conosciute e quasi popolari, si nutre qualche prevenzione proprio contro questa che per profondità umoristica non ha forse l’uguale fra le opere del Maestro». Passi dunque, commentava Sergio Sablich, il definirla la ‘Sinfonia del buon umore’; a patto di chiosare, con Riezler: «Ma che potenti pensieri, sono quelli che gl’ispirano questo buon umore! È davvero il buon umore di un dio; dal tema principale del primo movimento fino al Finale, ogni battuta ha uguale ‘peso specifico’».

BIO ||

Marc Bouchkov violino Violinista belga di origini russo-ucraine, attualmente artista in residence della Netherlands Philharmonic Orchestra, si è già ritagliato a soli 33 anni una carriera internazionale ornata da numerosi premi ed esibizioni con le principali orchestre in tutta Europa. È uno dei musicisti più poliedrici e unici della nuova generazione. Ha collaborato con direttori quali Christoph Eschenbach, Valery Gergiev, Stanislav Kochanovsky, Michael Sanderling, Andrey Boreyko, Ludovic Morlot, Dmitry Liss, Christian Arming Lionel Bringuier, Maxim Vengerov e James Judd. Nato in Francia in una famiglia di violinisti, riceve le sue prime lezioni all'età di cinque anni da suo nonno, Mattis Vaitsner. Nel 2001 si iscrive al Conservatorio di Lione nella classe di Claire Bernard e sei anni dopo si trasferisce al Conservatorio di Parigi sotto la guida di Boris Garlitzkij, che da allora è stato il suo mentore. Dal 2014 al 2017 studia all'Accademia di Kronberg con Mihaela Martin, ricoprendo in seguito il ruolo di assistente alla formazione artistica presso i programmi di studio dell'Accademia, e negli ultimi sei anni è sotto la guida musicale di Eduard Wulfson. Attualmente è professore presso la facoltà del Conservatorio Reale di Liegi in Belgio e all'Accademia Internazionale di Musica del Liechtenstein. La sua carriera è costellata da numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali i premi al Concorso di Montreal, e di Cajkovski, oltre che destinatario della Kulturstiftung Dortmund Music. Molto attivo nel campo dei recital, si è esibito in molte delle sale da concerto più prestigiose al mondo quali la Wigmore Hall, la Carnegie Hall, il Concertgebouw di Amsterdam, la Elbphilharmonie di Amburgo, la Dresden Frauenkirche, la Concert Hall di San Pietroburgo, la Tonhalle Zürich, il Prinzregententheater di Monaco, il Theatre de la Ville di Parigi, la Maison de Radio France e la Konzerthaus di Berlino. Nell'ultimo anno si è esibito alla Scala di Milano nel Concerto per violino di Erich Korngold, diretto da Lorenzo Viotti, al Concertgebouw di Amsterdam nel Concerto op.64 di Mendelssohn (che propone anche in questo programma con l'ORT), nel Doppio Concerto di Brahms con il violoncellista Mischa Maisky diretti da Christoph Eschenbach, nel ciclo completo delle Sonate per violino di Beethoven al Festival di Verbier 2023 con il pianista Mao Fujita, e poi ancora esibizioni con l'Orchestra della Svizzera Italiana diretta da Michele Mariotti e il ritorno all'Orchestra Sinfonica di Barcellona diretta da Ludovic Morlot. Non manca il debutto, avvenuto lo scorso marzo, con la Budapest Festival Orchestra interprete del Concerto n.3 per violino di Mozart, per poi arrivare per la prima volta all'ORT reduce dalla tournée in Asia appena conclusa con la Verbier Festival Chamber Orchestra diretta da Gábor Takács-Nagyin cui ha dimostrato la sua maestria nel Triplo concerto di Beethoven e nell'intricato Concerto per violino in mi minore di Eugène Ysaÿe, compositore e violinista belga. Con quest'ultimo si è già cimentato, pubblicando nel 2017 il suo primo album per Harmonia Mundi. Il disco include due brani in prima mondiale di Ysaÿe e due opere da lui stesso composte. È stato premiato con un Diapason d’Or e un Diapason Découverte, nominato per l’ICMA 2018 e ha ricevuto un enorme successo nelle recensioni della rivista inglese Gramophone, che lo ha definito “One to Watch”. Marc Bouchkov suona un violino Stradivari del 1686, chiamato "ex-Rosenheim".

Umberto Clerici | L’ultima volta che l’ORT ha suonato con Umberto Clerici, nel decennio scorso, lui era violoncellista. Adesso lo ritroviamo direttore principale della Queensland Symphony Orchestra, in Australia, e ormai dedito quasi più al podio che allo strumento con cui ha raggiunto tutti i traguardi possibili. Violoncellista solista, camerista, primo violoncello in orchestra, docente, progettista culturale e direttore d'orchestra. In queste sei dimensioni si può riassumere la sua ricca personalità artistica. Dopo avere raggiunto, in 20 anni di successi, la fama internazionale come uno dei migliori violoncellisti contemporanei, ha iniziato la nuova carriera di direttore d'orchestra debuttando nel 2018 niente meno che all'Opera House di Sydney con la Sydney Symphony Orchestra, per cui ha ricoperto il ruolo di primo violoncello dal 2014 al 2021. «Di solito si arriva a dirigere la SSO all'Opera House al vertice della carriera. Per me invece è stato l'inizio». D'altronde la sua carriera di musicista è sempre stata anomala rispetto a quella degli altri suoi colleghi: inizia a suonare il violoncello a cinque anni a Torino, sua città natale, sotto la guida di Antonio Mosca. Si perfeziona poi studiando con Mario Brunello e nel 2007 si diploma come solista al Conservatorio di musica di Norimberga, specializzandosi con altri due grandi del violoncello, David Gèringas e Steven Isserlis. Debutta come solista all'età di 17 anni interprete del Concerto per violoncello in re maggiore di Haydn in Giappone. Nel 2000 vince il concorso indetto dalle ICO-Istituzioni Concertistico Orchestrali; viene poi premiato allo Janigro di Zagabria, al Rostropovič di Parigi, e nel 2011 al prestigioso Čajkovskij di Mosca (unico italiano premiato nella storia del concorso oltre a Mario Brunello), diventando Umberto Clerici uno dei più ricercati violoncellisti e suonando su prestigiosi palcoscenici in tutto il mondo, tra cui la Carnegie Hall di New York, il Musikverein di Vienna, la grande Sala Šostakovič di San Pietroburgo, l'Auditorium Parco della Musica di Roma, il Festival di Salisburgo, giusto per citarne alcuni. Accanto all’attività concertistica, trova posto la musica da camera con l'esperienza iniziata nel 2001 nel Trio di Torino (durata per ben 15 anni), e in numerose altre formazioni occasionali con musicisti del calibro di Mario Brunello, Itamar Golan, Sergej Krilov, Louis Lortie, Claudio Martinez Mehner, Andrea Rebaudengo, Pavel Vernikov e altri. Ricopre il ruolo di primo violoncello con la Filarmonica Toscanini di Lorin Maazel e, per alcune produzioni, con la Filarmonica della Scala; passa poi al Teatro Regio di Torino, con cui collaborerà per quattro anni. Nel 2014 la svolta: vince il concorso per Primo violoncello alla Sydney Symphony Orchestra e quello per docente all'Università di Sydney. Questa esperienza segna, come già anticipato, l'approdo al podio fino a oggi, richiesto dalle principali orchestre sinfoniche di tutta l'Australia e della Nuova Zelanda. Nell'ultimo anno ha debuttato con la Tasmania Symphony Orchestra e con l'Opera Queensland, fresco della nomina di direttore principale, nella versione da concerto del Macbeth di Verdi; è ritornato sui podi delle orchestre sinfoniche di Melbourne, dell'Australia Occidentale, della Sydney Symphony Orchestra per la serie di concerti "Symphony Hour", e ha diretto Steven Isserlis nel Concerto per violoncello di Elgar sul podio dell'Orchestra della Volksoper Vienna.

ORT – Orchestra della Toscana|Fondata a Firenze nel 1980, per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze, è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. L’organico medio è di 44 musicisti che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche. L’Orchestra ha sede a Firenze nello storico Teatro Verdi, dove presenta la propria stagione di concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana. È oggi guidata dalla direzione artistica di Daniele Spini; direttore principale e Diego Ceretta. L’Orchestra suona regolarmente in tutta Italia, ospite più volte del Lingotto di Torino, del Teatro alla Scala e dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dalla Carnegie Hall di New York al Teatro Coliseo di Buenos Aires, a Hong Kong e in Giappone. La sua storia artistica e segnata dalla presenza e dalla collaborazione con musicisti illustri come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, James Conlon, suo Direttore onorario, Myung-Whun Chung, Gianandrea Gavazzeni, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma, Emmanuel Pahud, Daniele Rustioni, che ne è stato direttore musicale e direttore artistico e ne e adesso direttore emerito, e Uto Ughi. L’ORT si distingue per l’eccellenza dei musicisti di cui è composta ed e interprete duttile di un ampio repertorio, dal barocco al classicismo, dal romanticismo al Novecento storico, con una particolare attenzione alla musica contemporanea, che l’ha portata a partecipare a importanti manifestazioni come la Biennale Musica di Venezia e il Festival Musica di Strasburgo. L’ORT ha ideato e realizzato il Festival “Play It!” dedicato alla musica italiana del nostro tempo, che nel 2014 ha ricevuto il Premio “Franco Abbiati” della critica musicale italiana quale migliore iniziativa. I suoi concerti sono trasmessi da Rai Radio Tre e da Rete Toscana Classica; incide per Emi, Ricordi, Agora, VDM Records, Sony Classical, Warner Music Italia, NovAntiqua Records e Dynamic.

LA “CONCERTISTICA AL MANZONI” 2023/24

Così ce ne parla Daniele Giorgi, Responsabile della programmazione artistica delle Stagioni musicali di Teatri di Pistoia e Direttore Musicale di LEONORE: “La Stagione Concertistica 23/24, che apre opportunità importanti e fissa nuove tappe di un emozionante itinerario che continuiamo a percorrere insieme al nostro pubblico, ci accompagna dall’autunno alla primavera inoltrata con otto appuntamenti al Teatro Manzoni caratterizzati da una tripla coppia di strumentisti solisti (due pianisti, due violinisti e due violoncellisti) e da ben dieci voci soliste. Oltre alle compagini ospiti, quattro gli appuntamenti con l’Orchestra LEONORE, tra i quali il debutto di grande successo con il Così fan tutte di Mozart, proposto il 21 gennaio scorso in un allestimento semiscenico. L’avvio della Stagione Concertistica del Teatro Manzoni è stato una festa per gli amanti del pianoforte, con due grandi musicisti diversissimi tra loro: Alexander Lonquich, applaudito in ottobre nel concerto di inaugurazione con LEONORE e Giorgi, Mikhail Pletnev, protagonista molto apprezzato del recital di mercoledì 8 novembre. Il concerto di Natale ha visto proseguire l’esplorazione del repertorio sacro con la Petite messe solennelle di Rossini affidata al Coro Filarmonico di Torino “R. Maghini” e a quattro magnifiche voci soliste. Il 2024 vede gli importanti debutti di LEONORE a Milano, in Sala Verdi, con il programma di febbraio insieme al violoncellista austro-iraniano Kian Soltani, e in una delle sale da concerto più importanti del mondo: la Elbphilharmonie di Amburgo, dove replicheremo il concerto pistoiese di aprile con l’incontenibile esuberanza della violoncellista britannica Natalie Clein.Completano la stagione Gidon Kremer con la sua Kremerata Baltica in un programma inconsueto e di grande impatto, e Marc Bouchkov, trentaduenne violinista di origini russo-ucraine, accompagnato dall’Orchestra della Toscana diretta da Umberto Clerici.

 

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